Roma 21/03/2018 - photocall film 'Ready Player One' / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Steven Spielberg
Steven Spielberg celebra il miglior film americano mai realizzato e omaggia il lavoro di Francis Ford Coppola durante la cerimonia dell’AFI Life Achievement Award.
Alla cerimonia per il 50° AFI Life Achievement Award, Steven Spielberg ha reso omaggio a Francis Ford Coppola, definendo Il Padrino “il più grande film americano mai realizzato”. Un’affermazione che sorprende solo in apparenza, se si considera l’impatto profondo che il film del 1972 ha avuto sul linguaggio cinematografico e sulla cultura americana. Spielberg, salito sul palco per consegnare il riconoscimento a Coppola, ha sottolineato come l’opera abbia ridefinito i confini del genere gangster e influenzato generazioni di registi. Nessuna autocitazione, nessun riferimento ai propri film più celebri: il regista ha spostato i riflettori su un collega, riconoscendo nella trilogia di Coppola un punto di svolta per l’intera industria.
“Coppola ha preso ciò che c’era prima e ha cambiato il canone,” ha detto Spielberg. Parole che non sono semplici elogi, ma una presa di posizione netta su cosa debba rappresentare il grande cinema: coraggio autoriale, profondità tematica e una visione in grado di lasciare un segno duraturo.
Il Padrino, tratto dal romanzo di Mario Puzo, racconta l’ascesa e il declino della famiglia Corleone, tra le pieghe del potere e del sangue. Il cast riuniva nomi destinati a diventare leggendari: Marlon Brando, Al Pacino, James Caan. Tre premi Oscar, tra cui Miglior Film, e una ricezione critica che ancora oggi lo consacra: 97% su Rotten Tomatoes, 98% tra gli spettatori. Nonostante i cinquant’anni trascorsi dall’uscita, il film non ha perso forza né rilevanza. I suoi dialoghi, la fotografia, il ritmo, sono oggetto di studio e imitazione.
Coppola ha poi firmato Il Padrino – Parte II, spesso citato come uno dei rari casi in cui un sequel riesce a superare il primo capitolo. Il Padrino – Parte III, invece, ha avuto un’accoglienza più contrastata, ma la riedizione del 2020, con il titolo “The Godfather Coda: The Death of Michael Corleone”, ha riportato in luce la visione originale del regista.
Spielberg ha definito Coppola un “intrepido” e “difensore della libertà artistica”, ricordando il suo ruolo nel promuovere l’indipendenza creativa dentro un’industria sempre più legata al mercato. Non solo Il Padrino, ma anche titoli come Apocalypse Now, e oggi Megalopolis, testimoniano il desiderio costante del regista di non fermarsi al sicuro, anche quando il risultato divide pubblico e critica.
La celebrazione del film da parte di Spielberg va oltre l’omaggio: è un riconoscimento del potere trasformativo del cinema, di come una storia di mafia possa diventare una riflessione sulla famiglia, il destino, l’identità. E di come, a distanza di decenni, un’opera possa ancora insegnare ai nuovi autori a prendersi dei rischi.
Con ogni nuova generazione che lo scopre, Il Padrino non perde centralità. È un film che vive oltre il suo tempo, non come reliquia, ma come strumento ancora attivo nel dialogo culturale. Spielberg lo sa bene, e proprio per questo, nel giorno in cui il cinema americano celebrava un maestro, ha scelto di indicare quell’opera come la vetta mai superata.