
Nuovo divieto di circolazione - news.popcorntv.it
Il rinvio del divieto e le nuove condizioni rappresentano quindi un passo importante nella gestione delle politiche ambientali italiane.
Scatta una nuova svolta normativa sul fronte della circolazione dei veicoli diesel in Italia. Il divieto di circolazione per le auto diesel Euro 5, che avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° ottobre 2025, è stato ufficialmente posticipato al 2026.
Questa decisione è stata formalizzata con l’approvazione di un emendamento al decreto Infrastrutture, che interessa in particolare quattro regioni della Pianura Padana: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.
Rinvio del divieto per le auto diesel Euro 5: cosa cambia
Il 8 luglio 2025, le Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera hanno dato il via libera all’emendamento che sposta di un anno l’entrata in vigore del divieto di circolazione per i veicoli diesel appartenenti alla classe Euro 5. L’iniziale misura, voluta dal governo Meloni per allineare l’Italia ai criteri europei di tutela ambientale, è stata fortemente contestata dalla Lega, che ha ottenuto il rinvio grazie al suo intervento parlamentare.
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e primo firmatario dell’emendamento, ha dichiarato con fermezza: «Dare un freno alle follie di Bruxelles sull’Euro 5 è e sarà sempre un obiettivo della Lega. Grazie a questo emendamento, Piemonte e le altre regioni della Pianura Padana avranno più tempo per organizzarsi e trovare soluzioni alternative alla semplice restrizione della circolazione, intervenendo per ridurre l’inquinamento senza imporre divieti severi».
L’emendamento introduce inoltre una revisione dei criteri di applicazione del divieto, rendendolo più flessibile e realistico rispetto alla versione originaria del decreto.
Modifiche sostanziali al decreto: divieto limitato e criteri più selettivi
Tra le principali novità previste dal rinvio e dalle modifiche al decreto, spiccano:
- Il divieto sarà attivo solo nei mesi invernali, periodo in cui l’inquinamento atmosferico raggiunge livelli critici.

- L’applicazione del divieto sarà limitata ai comuni con più di 100.000 abitanti, rispetto ai 30.000 abitanti inizialmente previsti, privilegiando quindi le aree urbane con un trasporto pubblico più efficiente.
- La misura riguarda attualmente circa 1,3 milioni di auto diesel Euro 5 immatricolate tra il 2011 e il 2015.
Inoltre, le regioni mantengono la facoltà di anticipare o posticipare l’entrata in vigore di queste limitazioni, qualora reputino necessario adottare misure più stringenti o alternative per rispettare le direttive europee sulle emissioni.
Ruolo delle regioni e flessibilità nelle restrizioni
Un elemento di rilievo introdotto dall’emendamento riguarda il ruolo autonomo delle regioni nella gestione delle limitazioni alla circolazione. Esse possono infatti:
- Applicare il divieto prima del 2026, se necessario per raggiungere gli obiettivi ambientali imposti dall’Unione Europea.
- Decidere di non limitare la circolazione dei veicoli diesel Euro 5, a patto di implementare misure compensative nei propri piani di tutela della qualità dell’aria, dimostrando così un approccio più pragmatico e personalizzato alla lotta all’inquinamento.
Questa maggiore autonomia vuole bilanciare la necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico con le esigenze economiche e sociali delle diverse realtà territoriali, offrendo spazi di manovra per politiche più flessibili e adattabili.