
Come richiedere la pensione anticipata se hai iniziato a lavorare da giovane - News.popcorntv.it
Buone notizie per gli italiani che hanno iniziato a lavorare tanti anni fa, da giovanissimi: c’è la possibilità della pensione anticipata.
Per chi ha iniziato a lavorare in giovane età, le normative previdenziali italiane offrono opportunità di pensionamento anticipato rispetto ai requisiti standard previsti.
Le misure a tutela dei cosiddetti lavoratori precoci restano attive anche nel 2025, consentendo a chi ha accumulato contributi prima dei 19 anni di beneficiare di forme di pensionamento anticipate come la Quota 41.
Pensionamento anticipato per i lavoratori precoci: i requisiti di Quota 41
In Italia, l’età minima per l’ingresso nel mondo del lavoro è fissata a 16 anni, con alcune eccezioni per chi partecipa a percorsi di alternanza scuola-lavoro (oggi denominati Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento – Pcto), che possono iniziare a 15 anni. Di conseguenza, non è raro che molti giovani abbiano già maturato un anno o più di contributi prima del compimento della maggiore età. Chi soddisfa il requisito di almeno 12 mesi di contributi versati prima del 19° anno di età può accedere a Quota 41, una misura che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi, anticipando così l’uscita dal lavoro di quasi due anni rispetto alla pensione anticipata ordinaria.
Tuttavia, il solo requisito contributivo non è sufficiente: è indispensabile appartenere a una delle categorie protette previste dalla normativa, che includono:
- Disoccupati involontari che hanno cessato di percepire la NASpI da almeno tre mesi.
- Persone con invalidità civile pari o superiore al 74%.
- Caregiver che assistono da almeno sei mesi un familiare convivente con handicap grave, con estensioni particolari per i parenti di secondo grado in specifiche condizioni.
- Lavoratori che hanno svolto attività usuranti, come definito dal decreto ministeriale del 19 maggio 1999, comprendendo operai di catene di montaggio, lavoratori notturni e conducenti di veicoli per trasporto collettivo.
- Chi ha svolto attività gravose per almeno sette degli ultimi dieci anni o sei degli ultimi sette, tra cui operai dell’industria estrattiva, conduttori di macchinari nelle costruzioni, personale sanitario, insegnanti della scuola dell’infanzia, operatori ecologici, lavoratori agricoli, marittimi e altri.
Soddisfare una di queste condizioni è fondamentale per poter chiedere la pensione con Quota 41, che rappresenta un’opportunità di uscita anticipata dal lavoro con un trattamento pensionistico basato su un minimo di contribuzione e una situazione lavorativa o personale riconosciuta come particolarmente difficile o gravosa. Una condizione essenziale per poter beneficiare di Quota 41 riguarda la natura della contribuzione: è necessario che almeno un contributo settimanale sia stato versato nel regime retributivo, cioè prima del 1° gennaio 1996.

Per chi ha iniziato a lavorare soltanto dopo tale data, rientrando quindi nel sistema contributivo puro, la pensione anticipata secondo Quota 41 non è accessibile. Tuttavia, queste persone possono usufruire di altre misure di pensionamento agevolato. Inoltre, il pensionamento con Quota 41 non è automatico al raggiungimento dei 41 anni di contributi: è previsto un periodo di attesa di 3 mesi, chiamato finestra mobile, durante il quale l’INPS valuta la domanda e procede alla liquidazione della pensione.
Ciò comporta un leggero slittamento nell’effettivo pensionamento rispetto al momento in cui si raggiungono i requisiti contributivi. Un’ulteriore opportunità per i lavoratori precoci riguarda la possibilità di ricevere fino a due anni di indennità di disoccupazione (NASpI) dopo un eventuale licenziamento concordato con l’azienda, favorendo così il ricambio generazionale e anticipando l’uscita dal lavoro. Per chi ha accumulato contributi esclusivamente dopo il 1996, quindi nel regime contributivo integrale, esiste una specifica agevolazione prevista dall’articolo 1, comma 7 della legge n. 335/1995.
Questa norma riconosce una maggiorazione dei contributi versati per i periodi lavorati prima del compimento dei 18 anni, moltiplicandoli per 1,5 ai fini del calcolo dell’importo della pensione. Questa valorizzazione è particolarmente importante perché permette di incrementare il montante contributivo e, di conseguenza, ottenere una pensione più elevata rispetto a quella che si avrebbe senza tale maggiorazione, pur non potendo accedere alle regole più favorevoli di Quota 41. Si tratta quindi di un vantaggio significativo per i giovani lavoratori che non rientrano nel regime retributivo ma hanno comunque iniziato a lavorare precocemente.